Recensione del thriller psicologico La Gemella Silenziosa di S. K. Tremayne. Due gemelle sono perfettamente identiche, solo la madre è in grado di distinguerle. O forse no?

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Titolo: La Gemella Silenziosa (orig. The Ice Twins)

Autore: S. K. Tremayne

Traduttore: Claudia Marseguerra

Editore: Garzanti

Collana: Elefanti Bestseller

Genere: Thriller

Anno di Edizione: 2015

Pagine: 306 pp., Rilegato

ISBN: 9788811672166

Voto: 📕📕📕/5

Trama La Gemella Silenziosa di S. K. Tremayne

Sarah e Angus sono devastati da un lutto recente: la morte della loro bambina Lydia, gemella di Kirstie. Le due erano inseparabili, nonché inconfondibili ed è inevitabile che la perdita abbia lasciato il segno anche sulla sorella rimasta.

La famiglia decide così di trasferirsi sull’isola scozzese di Skye, lontano dalle conoscenze e dalla civiltà, per tentare di ricostruire una felicità perduta.

Ma proprio con l’avvicinarsi dell’inverno, Kirstie diventa sempre più strana e silenziosa, fino a quando una sera fa una rivelazione scioccante: “Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io.”

Parere personale

Un thriller psicologico che gioca su tutti i luoghi comuni possibili ed immaginabili che riguardano i gemelli omozigoti: scambi di personalità, percezione delle sensazioni dell’altro, linguaggio segreto e incomprensibile per gli altri ecc.

Ad un certo punto la storia sembra prendere una piega paranormale, ma la cosa non mi disturba molto perché, se non altro, risveglia dal torpore delle pagine precedenti.

ATTENZIONE SPOILER

In questa storia si affronta il tema della genitorialità con tutte le sue contraddizioni e sfaccettature, comprese le debolezze umane, come il dover affrontare un matrimonio in crisi con dei figli di mezzo, la perdita della passione coniugale e il lutto.

Dei protagonisti, però, non ne emerge una descrizione lusinghiera, anche se pare che l’intento dell’autore sia solo quello di colpevolizzare Sarah. Da una parte abbiamo una madre che fa preferenze evidenti sulle figlie, tanto che una delle gemelle non si sente minimamente considerata, e incoscientemente porta a casa dei perfetti sconosciuti per le sue avventure occasionali.

Dall’altra abbiamo un padre che costringe la figlia, fresca di lutto, a fingere di essere la gemella defunta per non distruggere l’equilibrio mentale precario della moglie.

Come se non bastasse, entrambi decidono di portare questa povera figliola lontana dai nonni (uniche figure adulte positive), per abitare su un’isola sperduta, senza legami esterni, senza internet, senza niente, in una catapecchia al freddo!

Il finale lascia con l’amaro in bocca e pone altre domande…

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