Recensione del romanzo Amore Zucchero e Cannella di Amy Bratley, un romanzo d’esordio che cerca di amalgamare il fascino degli anni ’50, con le diverse aspirazioni moderne.
Sembra quasi una sorta di contrapposizione alla mentalità odierna capitalista, dove la donna deve eccellere in tutto, sia nella famiglia che nella carriera, per considerarsi davvero realizzata.
Manifesto all’avanguardia o fallimento tinto di rosa?

Titolo: Amore Zucchero e Cannella (orig. The Girls’ Guide to Homemaking)
Autore: Amy Bratley
Traduttore: Gabriella Pandolfo
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Gli Insuperabili
Genere: Narrativa Rosa
Anno di Edizione: 2015
Pagine: 354 pp., Rilegato
ISBN: 9788854135741
Voto: 📕/5
Trama Amore Zucchero e Cannella di Amy Bratley
Benché Juliet sia giovanissima (ha meno di 25 anni), desidera ardentemente solo una cosa: costruire un nido d’amore con Simon, dove si possa respirare ogni giorno il profumo di fiori freschi e di torte appena sfornate.
Neanche il tempo di varcare la soglia, però, scopre che lui l’ha tradita con la sua migliore amica e il suo cuore cade in pezzi. A risollevarla in quella casa che ormai è diventata ostile ci sarà il manuale della perfetta casalinga della defunta nonna Violet, insieme alla riscoperta di qualcosa dal suo passato.
Parere Personale
Amore Zucchero e Cannella, non me ne voglia chi me l’ha regalato con tanta gentilezza, si presenta come un qualsiasi altro romanzo rosa, ovvero una protagonista con sogni a dir poco ingenui e un cuore spezzato.
Generalmente ciò che mi affascina di questo genere sono le descrizioni accurate di ambientazioni ed epoche lontane dalla nostra, a discapito di una trama ritrita, surreale e prevedibile.
Tuttavia, la vita di Juliet si svolge ai giorni nostri e ha ben poco da offrire al lettore che potrebbe lasciarsi incuriosire dalla trama: cosa ci sarà mai da scoprire sul suo passato? E come farà a risollevarsi da una tale delusione d’amore?
Il punto è che per rispondere a questi quesiti l’autrice mette in piedi una narrazione molto noiosa, banale, con tentativi di stravolgere la trama veramente ridicoli, fino al punto che mi sono chiesta più volte dove volesse andare a parare.
Difatti, inizialmente pare che Juliet custodisca un segreto doloroso sulla sua infanzia, che alla fine viene rivelato, ma passa subito in secondo piano. È la volta di un altro segreto di famiglia, sviluppato in modo approssimativo, come del resto qualsiasi tematica intorno a cui ruota tutta la storia, per poi concludersi senza un reale ristabilimento dell’ordine.
Come se ciò non bastasse, ci troviamo di fronte ad una protagonista che esegue azioni preconfezionate e ripetitive: o si ubriaca, o si perde in elucubrazioni fanciullesche.
Ciò che ne risulta è una mano acerba che non coinvolge e non comunica con chiarezza la morale della storia: ci sono tante idee raccontate in modo confuso, collegate fra loro da dinamiche tipiche del genere.
Che dire? Mi dispiace, perché si tratta di un regalo ricevuto da uno swap online e mi sarebbe piaciuto elogiare la storia per ringraziare la mia associata. Ma del resto, si sa: scegliere il libro giusto per qualcuno è un’impresa ardua, soprattutto se sconosciuto. ❤
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