Recensione del romanzo Il Petrolio di Alarico dell’autore esordiente Rocco Donato Alberti, purtroppo pubblicato postumo dalla sorella Roberta, a causa della sua precoce scomparsa.

Un futuro distopico per il nostro Paese, dilaniato da lotte intestine, siccità e morti di parto.

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Titolo: Il Petrolio di Alarico

Autore: Rocco Donato Alberti

Editore: Gruppo Albatros Il Filo

Collana: Albatros. Gli Speciali

Genere: Fantapolitico

Anno di Edizione: 2019

Pagine: 264 pp., Brossura

ISBN: 9788830604971

Voto: 📕📕/5

Trama Il Petrolio di Alarico

In un futuro non troppo lontano dalla realtà, le terre che si trovano al di sopra dell’Equatore sono costrette a fare i conti con un inspiegabile innalzamento delle temperature, che causa lunghi periodi di siccità ed inverni tropicali.

L’Italia, però, deve affrontare anche altri due importanti problemi: da una parte la difficoltà delle donne a partorire senza morire, mentre dall’altra è in atto la Secessione del Nord, la cui rivoluzione nel Sud viene capitanata da Lello Capitani.

Parere Personale

Il romanzo è un mix di storia e fantapolitica che l’autore ha saputo sapientemente mischiare, dimostrando grande cultura e sapienza a proposito di paesaggi, eventi importanti realmente accaduti e situazioni politiche.

Dal punto di vista stilistico, è palese che sia stato scritto da una persona di grande cultura, sia per il linguaggio che rimanda ad autori classici sia per la precisione di informazioni reali che si incastrano perfettamente alle vicende frutto della fantasia dell’Alberti, rendendole oltremodo verosimili.

Ciò che secondo me ha stonato è la presenza troppo consistente di refusi, quantomeno nella versione eBook, che riporta errori di grammatica anche piuttosto gravi.

Un’altra critica che mi sento di fare è quella che riguarda la caratterizzazione dei personaggi: nulla da dire su quelli maschili, che non solo spesso danno voce ai pensieri dell’autore, ma hanno una loro evoluzione nel corso della storia.

In quelli femminili, invece, ho notato una visione dicotomica che mi ha lasciata perplessa: da una parte ci sono le avvenenti superficiali, piene di trucco e di facili costumi, mentre dall’altra abbiamo la bellezza pura e incontaminata, quasi salvifica, di donne-madri.

Questa visione maschilista dell’universo femminile, unita alla noia che mi provocano le descrizioni politiche, mi hanno fatto abbassare la valutazione personale, che oscilla fra un 2 e un 3.

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