Recensione della raccolta di prose Il Fascino delle Solitudini (Zingaresca), di Annie Vivanti, scrittrice italiana del XIX, conosciuta anche per le sue poesie e per la profonda amicizia che la legava a Giosuè Carducci.

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Titolo: Il Fascino delle Solitudini (orig. Zingaresca)

Autore: Annie Vivanti

Prefazione: Nadia Terranova

Editore: Readerforblind

Genere: Narrativa Italiana – Classici

Anno di Edizione: 1918 con titolo Zingaresca

Pagine: 216 pp., Brossura

ISBN: 9788894599879

Voto: 📕📕/5

Trama Il Fascino delle Solitudini di Annie Vivanti

Il Fascino delle Solitudini è una raccolta di prose dove l’autrice racconta episodi della propria vita, esprimendo le sue impressioni sull’esistenza stessa, con tono lirico e delicato.

Una serie di ricordi di una vita a tratti avventurosa e selvaggia, a tratti convenzionale e d’alta classe.

La narrazione si apre con il tentativo dell’autrice di sfuggire alle ipocrisie mondane, grazie all’allevamento di bestiame in Texas, per concludersi con un omaggio al celebre G. Carducci, attraverso la narrazione del loro primo incontro.

Parere personale

Ho acquistato il libro su suggerimento di una ragazza che si occupa di Libroterapia.

Senza troppi giri di parole, non mi è piaciuto: una di quelle rare volte in cui alla chiusura dell’ultima pagina sento che non mi è rimasto niente, non un sentimento positivo, ma solo la sensazione che mi sia sfuggito qualcosa, oppure che l’autrice non abbia saputo comunicare efficacemente dove volesse andare a parare.

Si tratta di un insieme di racconti o episodi della vita di Annie Vivanti che dovrebbero avere la solitudine come filo conduttore, anche se mi è parsa una forzatura. In realtà benché siano stati usati come pretesto per condividere le proprie considerazioni su vari aspetti della vita, lasciano comunque la sensazione di aver letto un insieme di bozze che non hanno mai avuto il coraggio di diventare dei libri fatti e finiti. Insomma, qualcosa da scrivere pur di costruire un manoscritto con un discreto numero di pagine.

L’ultimo racconto, poi, è stata la ciliegina sulla torta, presentato come un tenero omaggio al celebre Giosuè Carducci, al quale Vivanti dedica un quadro non troppo lusinghiero, descrivendolo bonariamente come un uomo collerico, maleducato e pure antipatico.

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